Crediamo nel talento

Crediamo nel valore delle esperienze

Crediamo nel confronto con il mondo

Crediamo nel gioco di squadra

Crediamo nella formazione sul campo

Crediamo nella meritocrazia

Crediamo che sia possibile realizzare i propri sogni

In prima battuta si potrebbe pensare che questi siano gli slogan di Scintille ed invece no, sono tratti dalla pagina di presentazione di MOODART.

Generalmente Scintille ed i suoi redattori vi raccontano storie ed esperienze di idee innovative legate alla tecnica, ma oggi vorrei permettermi di ampliare gli orizzonti perché la tecnica non è solo sinonimo di tecnologia, come del resto la cultura novecentesca ci ha portato a considerarla. Mi spingo dunque nella reinterpretazione della tecnica, nella sua originaria connotazione, dal greco antico téchne, arte.

L’arte di saper fare, e di saper operare, è lo spirito di Moodart, una scuola innovativa nello stile e nei contenuti, fatta di persone che credono nei valori dell’insegnamento e del merito e che sono convinte che con l’impegno e la giusta formazione si possano raggiungere traguardi importanti.

Moodart nasce dall’amicizia di due ragazze, allora delle ragazzine, sui banchi di scuola, dell’Università, facoltà di psicologia cognitiva. Fu la sinergia scaturita dai vari progetti didattici realizzati insieme che fece intuire a Marika ed Elisa che tra di loro qualcosa era scattato, forse una scintilla?” Negli anni hanno coltivato l’amicizia, hanno attraversato il mondo, Roma, Sidney, senza mai allontanarsi nello spirito, per poi tornare in patria, a Verona, dove hanno plasmato il loro sogno ed hanno aperto una scuola di Moda.

Intervistate ci raccontano come hanno iniziato: “il nostro non era un garage come per le più famose band musicali, ma un ufficetto di 2 metri per 2, che con la nostra determinazione abbiamo trasformato in uno spazio creativo. Con fatica e tanta dedizione siamo passate da uno spazio piccolissimo a due openspace, per un totale di 800 mq, da una classe da 10 persone ad una scuola di 100 studenti! Un progetto partito seriamente, ma senza prendersi troppo sul serio!”

La scuola nasce dall’idea di riuscire a formare ragazzi e ragazze nel mondo della moda, attraverso il reale e concreto apporto di specialisti del settore, il valore aggiunto e quindi la caratteristica che rende questo genere di scuola differente da tutte le altre, sta proprio nella pratica. Ciò che rende Moodart unica nel suo genere è la grande importanza che viene data alla pratica, permettendo agli studenti di “sporcarsi le mani” con molta esperienza sul campo. Gli insegnanti dei corsi sono professionisti del settore che mettono a disposizione degli studenti la loro esperienza fornendo lezioni tecniche direttamente sul campo di lavoro.

Chi frequenta Moodart può mettersi in gioco nell’immediato collaborando ad importanti eventi di moda tra la Milano Fashion Week e il Pitti Immagine, lavorando all’allestimento di uno store o svolgendo il ruolo di assistente fotografo / stylist / make up artist durante servizi fotografici per magazine internazionali. MOODART non insegna teoria ma sperimenta il lavoro in veri e reali situazioni di organizzazione di eventi, di set fotografici e di sfilate di moda.

Noi, che siamo professionisti tecnici, ingeneri, scienziati sappiamo molto bene quanto il distacco fra teoria e pratica sia rilevante nel mondo della formazione italiana, pensate bene se le nostre università ci portassero per un intero corso di laurea a vivere un’esperienza diretta di lavoro. Quanti, e lo dico da ingegnere edile, di noi, si sono laureati, hanno fatto l’esame di abilitazione alla professione, senza aver mai messo piede in un cantiere? Sfido a trovare un neolaureato in ingegneria civile che sappia o abbia mai visto una pompa di betonaggio in azione. E come nel nostro caso molte, e oserei dire tutte, sono le professioni ed i mestieri, che alla fine del percorso di studi ti lasciano con l’ignoranza totale di quale sia il tuo lavoro.

Ecco perché la scuola di cui vi sto raccontando mi ha colpito, ecco il punto di vista innovativo che Marika ed Elisa hanno creato, non una scuola formata da teoria, ma una scuola che ti permetta di lavorare e fare esperienza nel corso della scuola stessa.

In conclusione al racconto di questa esperienza, una riflessione mi sorge spontanea, forse decontestualizzata, ma assolutamente non posso trattenermi dal chiedermi se quello che servirebbe ai giovani ingegneri non sia una MOODING e perché no?

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